lunedì 30 aprile 2012

Colloqui Gratuiti nel mese di maggio - M.I.P. 2012

Nel mese di Maggio propongo colloqui gratuiti di consulenza psicologica nell'ambito delle iniziative di Informazione e Prevenzione Psicologica (M.I.P. 2012).

I colloqui si svolgeranno presso il mio studio sito in Largo Sant'Alfonso 5, interno 8 (metro B Termini; metro A P.zza Vittorio o Cavour) previo appuntamento.
Si prenota il colloquio chiamando il mio numero di cellulare 340.0078975.

II colloqui saranno sia individuali (rivolti a PREADOLESCENTI, ADOLESCENTI, GIOVANI E ADULTI) che di coppia o familiari.
Un attenzione particolare verrà data al sostegno alla genitorialità.

L'accesso ad un colloquio gratuito consente di ricevere ascolto competente alle proprie difficoltà e una consulenza che permetta di comprederne meglio la natura e di individuare eventuali percorsi di crescita e di sviluppo.

Qui di seguito il sito dove trovare tutte le informazioni utili sul Maggio di Informazione e Prevenzione Psicologica 2012: http://www.psicologimip.it/.



























































































Genitori in prima linea. Ruolo educativo dei genitori per mediare il rapporto tra bambini e tv.

Nei seminari circa il rapporto tra TV e Bambini sono molti i genitori e gli insegnanti che partecipano e che risultano preoccupati di condividere e di individuare modalità efficaci di tutela dei propri figli rispetto ai contenuti televisivi.

Il rapporto con la tv si inserisce nel più ampio sistema di relazioni che i bambini instaurano con la famiglia, con la scuola e con la società e la cultura in cui sono inseriti.

La convivenza con la televisione risulta inevitabile ed è irrealistico e anacronistico pensare che essa  possa essere del tutto eliminata dalla vita del bimbo o della bimba di tenera età. 

Alcuni programmi di intrattenimento pomeridiani sono ben fatti  e propongono obiettivi cognitivi, logici, linguistici proponendosi in una logica maggiormente interattiva e alcune trasmissioni in forma documentaristica o animata trattano temi di storia , di geografia o di scienze naturali.

Pertanto evitando di assumere atteggiamenti preconcetti
possiamo affermare che la TV sia un importante mezzo di socializzazione e di conoscenza con cui interagire ma sul cui uso poter fare scelte responsabili, ragionate e magari condivise con i bambini.

Si tratta quindi di costruire un progetto educativo per i propri figli in cui individuare le possibili strategie per stimolare un uso responsabile e contrastare o almeno ridurre gli effetti negativi dell’esposizione alla TV.

Propongo tre strategie di mediazione indicate dagli esperti:

·        Mediazione Restrittiva: individuare regole e controlli sulla fruizione della TV da parte dei bambini.

            E’ un intervento che riguarda la quantità di ore e le fasce orarie in cui permettere ai bambini di guardare la televisione. L’impegno richiesto per portare avanti con successo questa strategia è la coerenza.
     Quando i genitori hanno condiviso le proprie convinzioni circa la tv e hanno deciso insieme, in modo consapevole e responsabile, il tipo di regole di fruizione da dare ai propri figli, devono essere in grado di intervenire e proporre indicazioni coerenti a quanto stabilito insieme.
      La coerenza dovrà inoltre riguardare tutti i nostri figli e noi stessi.
      I bambini apprendono soprattutto dall’osservazione del nostro comportamento per cui una volta esplicitata la nostra convinzione circa la fruizione della tv, è importante essere disposti a comportarci di conseguenza.


·        Mediazione Attiva: parlare ai bambini della televisione e dei suoi contenuti
I genitori possono domandare ai bambini delle trasmissioni e dei programmi che vedono e che li appassionano per poter condividere e soprattutto discutere con loro circa i contenuti. In tale modo daranno ai propri figli una mano per interpretare quello che hanno visto e capito ma soprattutto per elaborare ciò che hanno provato emotivamente durante la visione. Non si dovrebbe consentire ai bambini in età prescolare la visione di scene cruente o terrorizzanti e comunque non adatte all’età, presenti sia nei telegiornali che in vari programmi e film, ma, se ciò fosse accaduto, è decisamente consigliabile parlarne insieme. La comunicazione che avviene all’interno di una relazione affettiva positiva e supportiva è più digeribile per il bambino in quanto la relazione con l’altro fa da contenitore all'ansia e consente la comprensione attraverso il dialogo.


  • Visione comune: la regola è che genitori e i bambini vedono insieme le trasmissioni televisive.
·                   Guardare la tv insieme vuol dire utilizzare anche la mediazione attiva e cioè parlare di ciò che si guarda e offrire il nostro contenimento affettivo e cognitivo.  Questo atteggiamento oltre a far bene alla relazione genitori-figli (per il bambino e la bambina la cosa più preziosa è stare con il genitore e sentirsi considerato/a e amato/a), può aiutare noi e i bambini  a non metterci con un'attitudine passiva di fronte al televisore.La visione comune  unita alla mediazione attiva ci insegna a non subire il mezzo televisivo, a gestirlo e ad abituare i piccoli a sviluppare un atteggiamento critico nei confronti di ciò che vedono.



Gli effetti della televisione nella crescita di un bimbo quindi, non dipendono tanto dal mezzo ma piuttosto da come viene utilizzato. Ovviamente mi preme sottolineare che oltre a strategie di mediazione nel rapporto con la tv, è fondamentale che gli adulti di riferimento possano passare del tempo “altro”con i propri bambini pensando per es. di poter organizzare attività alternative alle quali dedicarsi insieme. Questo al fine di evitare che la tv venga vissuta e rappresentata come un’amica o una baby-sitter  e quindi come un’alternativa al gioco o ad altre attività creative, di concentrazione e di socializzazione.