martedì 7 febbraio 2012

E- Post Partum

Monologo teatrale sulle neo-mamme nella nostra società.  
Vissuti comuni e diversi. Sorrisi, dispiacere, rabbia, risate e riflessioni.
La violenza in tv può influenzare i nostri bambini?
Bambini e TV: Condotte imitative e costruzione di valori, atteggiamenti, comportamenti violenti.

I principali contesti in cui i bambini apprendono i valori, le convinzioni e i modelli comportamentali tipici della cultura in cui crescono sono la famiglia, la scuola, il gruppo dei pari e naturalmente i mass media.
Anche la TV infatti rappresenta un “luogo” dove vengono trasmessi saperi e comportamenti, valori e scelte di vita morale e sociale (Arcuri, 2008).
Gli esperti ma anche i genitori e gli insegnanti si chiedono se la violenza rappresentata in TV possa suscitare condotte imitative o addirittura influenzare la costruzione di valori, atteggiamenti, comportamenti violenti?

L’industria dello spettacolo nega che ci sia uno stretto rapporto tra violenza mediatica e condotte aggressive dei fruitori.

Studi condotti in laboratorio e ricerche longitudinali sul “campo”confermano l’ipotesi che c’è una forte correlazione tra la violenza diffusa dai media e le condotte aggressive di tipo imitativo.

Ogni  comportamento umano è appreso. I bambini apprendono ad agire in maniera aggressiva sulla base di esperienze dirette di punizione o ricompensa delle loro azioni o attraverso l’osservazione di comportamenti aggressivi seguiti da successo messi in atto da altri (modelli) che agiscono nell’ambiente (relazioni familiari, relazioni con gruppi esterni alla famiglia,  Mass Media).

In Tv spesso si ricorre alla violenza come strumento privilegiato di risoluzione dei problemi di relazione tra le persone; la violenza viene giustificata, accettata, ricompensata; gli eroi positivi, che inducono processi di identificazione, possono veicolare valori legati alla violenza e renderla accettabile e lecita.
Il bambino può confondere la violenza vera con quella televisiva, identificarsi in personaggi violenti e  considerare l'aggressività come il modo migliore per gestire le situazioni in cui viene a trovarsi in difficoltà; può trovarsi davanti a messaggi che possono incrementare atteggiamenti distruttivi per se stesso e per gli altri (Arcuri, 2008).

Non parliamo di  semplice imitazione ma di qualcosa di più profondo: i bambini  acquisiscono il sistema di opinioni e di valori a proposito del ricorso alla violenza in un momento in cui non sono in grado difendersi e tutelarsi da soli dalla suggestione dei media.

I meccanismi di identificazione che facilitano l’ apprendimento di valori e comportamenti sono favoriti da alcuni fattori:
  • I personaggi che fungono da modelli di comportamento risultano attraenti agli occhi dei bambini e/o sono somiglianti per genere, età;
  •  I comportamenti violenti sono ricompensati anziché essere puniti;
  •  La violenza viene giustificata (per es. in quanto è stata agita contro un malfattore);
  •  Assenza di conseguenze pericolose (per esempio se le conseguenze delle azioni violente sono irrealisticamente indolore – pensiamo ai vari Rambo- non suscitano nei bambini le reazioni emotive come paura, ribrezzo etc. che possono che possono invece diminuire il ricorso alla violenza);
  • Maggiore o minore realismo delle manifestazioni di violenza: se la violenza è messa in atto da un personaggio dei cartoni animati sarà minore la probabilità di imitarlo.
    Ovviamente i bambini e le bambine non sono tutte e tutti uguali ma ci sono caratteristiche personali che fungono da fattori predisponesti o protettivi rispetto all’apprendimento di condotte violente.
    Tali fattori differenziali sono legati:
    1.    Differenza di Genere (le bambine sarebbero meno inclini a mettere in atto comportamenti violenti);
    2.    Età: l’esposizione ripetuta a comportamenti violenti risulta pericolosamente efficace al di sotto dei 6 anni;
    3.    Interesse personale per le condotte aggressive;
    4.    Clima culturale familiare: violenza come elemento naturale delle interazioni umane.
    Il secondo e l’ultimo dei fattori differenziali mi sembra siano i più “pesanti” nell’influenzare l’apprendimento di condotte aggressive. Per quanto concerne il primo fattore mi sembra più plausibile che poiché la maggior parte dei personaggi che ricorrono a condotte violente in tv sono maschi, questo inneschi più facilmente meccanismi di identificazione nei bambini maschi piuttosto che nelle bimbe.

    Né penso o mi “sento” di affermare che possa esistere un non ben definito “interesse personale” per la violenza a prescindere dall’esperienza. Una cosa è la “carica aggressiva” che ognuno di noi possiede tanto negli aspetti emotivi (rabbia) che negli aspetti comportamentali (aggressività appunto) che è necessaria alla sopravvivenza stessa dell’individuo in primis come autodifesa, altra cosa è la violenza intesa come condotta violenta esercitata a danni propri o di terzi come comportamento privilegiato per gestire le difficoltà. Quest’ultima ci sembra più il frutto di un apprendimento attraverso l’esperienza diretta o indiretta ma osservata.

    Un punto cruciale è quindi questo: prestare attenzione e sorvegliare con scrupolo ciò che i nostri figli vedono e leggono “mediando” il rapporto tra contenuti veicolati dalla tv e i bambini stessi ma soprattutto fungere noi stessi da modelli di comportamento alternativo rispetto all’uso della violenza nei loro rapporti personali e con i bambini, proporre un clima affettivo basato su valori della comprensione, rispetto non violenza.

    In conclusione facciamo presente che è stato varato un “Codice di autoregolamentazione” per le televisioni italiane. Il codice prevede che, nella “fascia protetta” tra le 7 e le 22,30, nei Tg non siano trasmesse scene “particolarmente crude o brutali”. Per i film ogni azienda dovrebbe nominare un comitato di autocontrollo per decidere se lo spettacolo è adatto alla fascia protetta. C'è un Comitato di controllo esterno (una sorta di Authority) che dovrebbe vigilare sull'applicazione del Codice, sanzionando eventuali trasgressioni.   
                                                                                                                     
    Qui di seguito inseriamo il link del suddetto “Codice di autoregolamentazione”in modo che ognuno di voi possa consultarlo: http://www.mcreporter.info/normativa/deont/deont_minori.pdf.