Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi.
Marcel Proust
lunedì 19 novembre 2012
25
NOVEMBRE 2012 10.30-16.30
Libere di
scegliere nel parto
Riflessioni
sull’abuso nel percorso nascita
Giornata organizzata da:
FREEDOM
FOR BIRTH – ROME ACTION GROUP
con Creattivamente
ostetriche, Vita di Donna, Amaltea, Genitoriprecari.it,
Nascita-nondisturbare.com
10,30 Proiezione
di “Freedom for birth” (T.Harman, A. Wakeford, UK 2012
60’- sottotitoli in italiano) introduzione di A.Battisti e
V.Giocoli,(avvocate,esperte in diritti umani delle donne) a
seguire dibattito con il pubblico
12,30 I
media e le routine violente del parto a cura di A. Giusti
(ostetrica ricercatrice) e M. Mattina (psicologa) con proiezione
di filmati (episiotomia e kristeller da
Genitorichannel.it e altri) a seguire dibattito con il pubblico
15,00 Proiezione
di “Nascita … non disturbare” (I.Arena, F.Pecorelli,
ITA 2011, 30’) Introduzione di I.Arena e G.Pacini (ostetriche) a
seguire dibattito con il pubblico e chiusura giornata
presso
l’Aula Convegni della Città dell’Altra Economia
Largo Dino
Frisullo - Roma
Info
http://www.facebook.com/pages/Freedom-For-Birth-Rome-Action-Group/446018745444557?ref=ts&fref=ts
domenica 17 giugno 2012
The Con of Controlled Crying
(art. tratto dal sito www.naturalchild.org)
(art. tratto dal sito www.naturalchild.org)
The Con of
Controlled Crying by Pinky McKay |
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Excerpted with permission
of the author from Sleeping
Like a Baby.
Pinky McKay is the mother of five, an
International Board Certified Lactation Consultant (IBCLC) and a Certified Infant Massage Instructor based in Melbourne, Australia. In addition to Sleeping Like a Baby, she is the author of Parenting By Heart, 100 Ways to Calm the Crying, and How do we Tell the Kids?. For more information, visit the author's website at Pinky My Child. |
lunedì 30 aprile 2012
Colloqui Gratuiti nel mese di maggio - M.I.P. 2012
Nel mese di Maggio propongo colloqui gratuiti di consulenza
psicologica nell'ambito delle iniziative di Informazione e Prevenzione Psicologica (M.I.P. 2012).
I colloqui si svolgeranno presso il mio studio sito in Largo Sant'Alfonso 5, interno 8 (metro B Termini; metro A P.zza Vittorio o Cavour) previo appuntamento.
Si prenota il colloquio chiamando il mio numero di cellulare 340.0078975.
II colloqui saranno sia individuali (rivolti a PREADOLESCENTI, ADOLESCENTI, GIOVANI E ADULTI) che di coppia o familiari.
Un attenzione particolare verrà data al sostegno alla genitorialità.
L'accesso ad un colloquio gratuito consente di ricevere ascolto competente alle proprie difficoltà e una consulenza che permetta di comprederne meglio la natura e di individuare eventuali percorsi di crescita e di sviluppo.
Qui di seguito il sito dove trovare tutte le informazioni utili sul Maggio di Informazione e Prevenzione Psicologica 2012: http://www.psicologimip.it/.
I colloqui si svolgeranno presso il mio studio sito in Largo Sant'Alfonso 5, interno 8 (metro B Termini; metro A P.zza Vittorio o Cavour) previo appuntamento.
Si prenota il colloquio chiamando il mio numero di cellulare 340.0078975.
II colloqui saranno sia individuali (rivolti a PREADOLESCENTI, ADOLESCENTI, GIOVANI E ADULTI) che di coppia o familiari.
Un attenzione particolare verrà data al sostegno alla genitorialità.
L'accesso ad un colloquio gratuito consente di ricevere ascolto competente alle proprie difficoltà e una consulenza che permetta di comprederne meglio la natura e di individuare eventuali percorsi di crescita e di sviluppo.
Qui di seguito il sito dove trovare tutte le informazioni utili sul Maggio di Informazione e Prevenzione Psicologica 2012: http://www.psicologimip.it/.
Genitori in prima linea. Ruolo educativo dei genitori per mediare il rapporto tra bambini e tv.
Nei seminari circa il
rapporto tra TV e Bambini sono molti i genitori e gli insegnanti che
partecipano e che risultano preoccupati di condividere e di individuare
modalità efficaci di tutela dei propri figli rispetto ai contenuti televisivi.
Il rapporto con la tv si inserisce nel più ampio sistema
di relazioni che i bambini instaurano con la famiglia, con la scuola e con la
società e la cultura in cui sono inseriti.
La convivenza con la televisione risulta inevitabile ed è irrealistico e anacronistico pensare che essa possa essere del tutto eliminata dalla vita del bimbo o della bimba di tenera età.
Alcuni programmi di intrattenimento pomeridiani sono ben fatti e propongono obiettivi cognitivi, logici, linguistici proponendosi in una logica maggiormente interattiva e alcune trasmissioni in forma documentaristica o animata trattano temi di storia , di geografia o di scienze naturali.
Pertanto
evitando di assumere atteggiamenti preconcetti
possiamo affermare che la TV sia un importante mezzo di socializzazione e di conoscenza con cui interagire ma sul cui uso poter fare scelte responsabili, ragionate e magari condivise con i bambini.
possiamo affermare che la TV sia un importante mezzo di socializzazione e di conoscenza con cui interagire ma sul cui uso poter fare scelte responsabili, ragionate e magari condivise con i bambini.
Si tratta quindi di costruire un progetto educativo
per i propri figli in cui individuare le possibili strategie per stimolare un
uso responsabile e contrastare o almeno ridurre gli effetti negativi dell’esposizione
alla TV.
Propongo tre
strategie di mediazione indicate dagli esperti:
·
Mediazione Restrittiva: individuare regole e controlli
sulla fruizione della TV da parte dei bambini.
E’ un intervento
che riguarda la quantità di ore e le fasce orarie in cui permettere ai
bambini di guardare la televisione. L’impegno richiesto per portare avanti con
successo questa strategia è la coerenza.
Quando i
genitori hanno condiviso le proprie convinzioni circa la tv e hanno deciso
insieme, in modo consapevole e responsabile, il tipo di regole di fruizione da
dare ai propri figli, devono essere in grado di intervenire e proporre
indicazioni coerenti a quanto stabilito insieme.
La coerenza dovrà inoltre
riguardare tutti i nostri figli e noi stessi.
I bambini apprendono soprattutto
dall’osservazione del nostro comportamento per cui una volta esplicitata la
nostra convinzione circa la fruizione della tv, è importante essere disposti a
comportarci di conseguenza.
·
Mediazione Attiva:
parlare ai
bambini della televisione e dei suoi contenuti
I genitori possono domandare ai bambini
delle trasmissioni e dei programmi che vedono e che li appassionano per poter
condividere e soprattutto discutere con loro circa i contenuti. In tale modo
daranno ai propri figli una mano per interpretare quello che hanno visto e
capito ma soprattutto per elaborare ciò che hanno provato emotivamente durante
la visione. Non si dovrebbe consentire
ai bambini in età prescolare la visione di scene cruente o terrorizzanti
e comunque non adatte all’età, presenti sia nei telegiornali
che in vari programmi e film, ma, se ciò fosse accaduto, è decisamente
consigliabile parlarne
insieme. La comunicazione che avviene all’interno di una relazione affettiva
positiva e supportiva è più digeribile per il bambino in quanto la
relazione con l’altro fa da contenitore all'ansia e consente la comprensione
attraverso il dialogo.
- Visione comune: la regola è che genitori e i bambini vedono insieme le trasmissioni televisive.
·
Guardare
la tv insieme vuol dire utilizzare anche la mediazione attiva e cioè parlare di
ciò che si guarda e offrire il nostro contenimento affettivo e cognitivo. Questo atteggiamento oltre a far bene alla relazione genitori-figli (per
il bambino e la bambina la cosa più preziosa è stare con il genitore e sentirsi
considerato/a e amato/a), può aiutare noi e i bambini a non metterci con un'attitudine passiva di fronte al televisore.La visione comune unita
alla mediazione attiva ci insegna a non subire il mezzo televisivo, a gestirlo e
ad abituare i piccoli a sviluppare un atteggiamento critico nei confronti di
ciò che vedono.
Gli
effetti della televisione nella crescita di un bimbo quindi, non dipendono
tanto dal mezzo ma piuttosto da come viene utilizzato. Ovviamente mi preme
sottolineare che oltre a strategie di mediazione nel rapporto con la tv, è
fondamentale che gli adulti di riferimento possano passare del tempo “altro”con
i propri bambini pensando per es. di poter organizzare attività alternative alle quali dedicarsi
insieme. Questo al fine di evitare che la tv venga vissuta e rappresentata come
un’amica o una baby-sitter e quindi
come un’alternativa
al gioco o ad altre attività creative, di concentrazione e di socializzazione.
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violenza
martedì 7 febbraio 2012
E- Post Partum
Monologo teatrale sulle neo-mamme nella nostra società.
Vissuti comuni e diversi. Sorrisi, dispiacere, rabbia, risate e riflessioni.
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La violenza in tv può influenzare i nostri bambini?
Bambini e TV: Condotte imitative e costruzione di valori, atteggiamenti, comportamenti violenti.
Bambini e TV: Condotte imitative e costruzione di valori, atteggiamenti, comportamenti violenti.
Anche la TV infatti rappresenta un “luogo” dove vengono trasmessi saperi e comportamenti, valori e scelte di vita morale e sociale (Arcuri, 2008).
Gli esperti ma anche i genitori e gli insegnanti si chiedono se la violenza rappresentata in TV possa suscitare condotte imitative o addirittura influenzare la costruzione di valori, atteggiamenti, comportamenti violenti?
L’industria dello spettacolo nega che ci sia uno stretto rapporto tra violenza mediatica e condotte aggressive dei fruitori.
Studi condotti in laboratorio e ricerche longitudinali sul “campo”confermano l’ipotesi che c’è una forte correlazione tra la violenza diffusa dai media e le condotte aggressive di tipo imitativo.
Ogni comportamento umano è appreso. I bambini apprendono ad agire in maniera aggressiva sulla base di esperienze dirette di punizione o ricompensa delle loro azioni o attraverso l’osservazione di comportamenti aggressivi seguiti da successo messi in atto da altri (modelli) che agiscono nell’ambiente (relazioni familiari, relazioni con gruppi esterni alla famiglia, Mass Media).
In Tv spesso si ricorre alla violenza come strumento privilegiato di risoluzione dei problemi di relazione tra le persone; la violenza viene giustificata, accettata, ricompensata; gli eroi positivi, che inducono processi di identificazione, possono veicolare valori legati alla violenza e renderla accettabile e lecita.
Il bambino può confondere la violenza vera con quella televisiva, identificarsi in personaggi violenti e considerare l'aggressività come il modo migliore per gestire le situazioni in cui viene a trovarsi in difficoltà; può trovarsi davanti a messaggi che possono incrementare atteggiamenti distruttivi per se stesso e per gli altri (Arcuri, 2008).
Non parliamo di semplice imitazione ma di qualcosa di più profondo: i bambini acquisiscono il sistema di opinioni e di valori a proposito del ricorso alla violenza in un momento in cui non sono in grado difendersi e tutelarsi da soli dalla suggestione dei media.
I meccanismi di identificazione che facilitano l’ apprendimento di valori e comportamenti sono favoriti da alcuni fattori:
- I personaggi che fungono da modelli di comportamento risultano attraenti agli occhi dei bambini e/o sono somiglianti per genere, età;
- I comportamenti violenti sono ricompensati anziché essere puniti;
- La violenza viene giustificata (per es. in quanto è stata agita contro un malfattore);
- Assenza di conseguenze pericolose (per esempio se le conseguenze delle azioni violente sono irrealisticamente indolore – pensiamo ai vari Rambo- non suscitano nei bambini le reazioni emotive come paura, ribrezzo etc. che possono che possono invece diminuire il ricorso alla violenza);
- Maggiore o minore realismo delle manifestazioni di violenza: se la violenza è messa in atto da un personaggio dei cartoni animati sarà minore la probabilità di imitarlo.
Tali fattori differenziali sono legati:
1. Differenza di Genere (le bambine sarebbero meno inclini a mettere in atto comportamenti violenti);
2. Età: l’esposizione ripetuta a comportamenti violenti risulta pericolosamente efficace al di sotto dei 6 anni;
3. Interesse personale per le condotte aggressive;
4. Clima culturale familiare: violenza come elemento naturale delle interazioni umane.
Il secondo e l’ultimo dei fattori differenziali mi sembra siano i più “pesanti” nell’influenzare l’apprendimento di condotte aggressive. Per quanto concerne il primo fattore mi sembra più plausibile che poiché la maggior parte dei personaggi che ricorrono a condotte violente in tv sono maschi, questo inneschi più facilmente meccanismi di identificazione nei bambini maschi piuttosto che nelle bimbe.
Né penso o mi “sento” di affermare che possa esistere un non ben definito “interesse personale” per la violenza a prescindere dall’esperienza. Una cosa è la “carica aggressiva” che ognuno di noi possiede tanto negli aspetti emotivi (rabbia) che negli aspetti comportamentali (aggressività appunto) che è necessaria alla sopravvivenza stessa dell’individuo in primis come autodifesa, altra cosa è la violenza intesa come condotta violenta esercitata a danni propri o di terzi come comportamento privilegiato per gestire le difficoltà. Quest’ultima ci sembra più il frutto di un apprendimento attraverso l’esperienza diretta o indiretta ma osservata.
Un punto cruciale è quindi questo: prestare attenzione e sorvegliare con scrupolo ciò che i nostri figli vedono e leggono “mediando” il rapporto tra contenuti veicolati dalla tv e i bambini stessi ma soprattutto fungere noi stessi da modelli di comportamento alternativo rispetto all’uso della violenza nei loro rapporti personali e con i bambini, proporre un clima affettivo basato su valori della comprensione, rispetto non violenza.
In conclusione facciamo presente che è stato varato un “Codice di autoregolamentazione” per le televisioni italiane. Il codice prevede che, nella “fascia protetta” tra le 7 e le 22,30, nei Tg non siano trasmesse scene “particolarmente crude o brutali”. Per i film ogni azienda dovrebbe nominare un comitato di autocontrollo per decidere se lo spettacolo è adatto alla fascia protetta. C'è un Comitato di controllo esterno (una sorta di Authority) che dovrebbe vigilare sull'applicazione del Codice, sanzionando eventuali trasgressioni.
Qui di seguito inseriamo il link del suddetto “Codice di autoregolamentazione”in modo che ognuno di voi possa consultarlo: http://www.mcreporter.info/normativa/deont/deont_minori.pdf.
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